Oggi su La Repubblica di Torino intervista a Davide Provenzano, Segretario Generale della FIM CISL Torino e Canavese .
Le sue preoccupazioni in merito alla “riapertura della città” sono legate sicuramente a tre fattori: il primo, la salute che resta uno dei punti deboli assolutamente da non sottovalutare; il secondo, non in ordine di importanza, i figli dei lavoratori che tornano in fabbrica. Dove lasciarli? Da soli a casa ovviamente no, ma nemmeno dai nonni. Il terzo fattore, il lavoro, che si rischia di perderlo, e quando l’azienda chiama, si va!
“Se devo giudicare dalle telefonate che ricevo in queste ore dagli operai, la paura più grande non è per la salute. Certo c’è anche quella. Ma la principale preoccupazione sono i figli», racconta Davide Provenzano, che guida a Torino i metalmeccanici della Cisl. Perché i figli? «Chi li guarda in casa? Nessuno si fida a lasciarli ai nonni, che sono anziani e potrebbero infettarsi. Ma a lavorare bisogna andare. Dopo questo virus si rischia di perdere il posto. Se l’azienda chiama, devi andare”.
Andare è una parola.
Vi alleghiamo l’estratto de La Repubblica.